La mediazione linguistico-culturale è uno degli strumenti fondamentali per favorire l’accoglienza e l’inserimento degli stranieri nella società e nel mercato del lavoro italiano.
Il mediatore linguistico-culturale è una figura professionale altamente qualificata e con una profonda conoscenza della lingua e cultura altra, e ovviamente anche della propria, che fa da tramite tra gli immigrati che non sanno l’italiano e le istituzioni italiane di cui si devono servire (scuola, istituzioni, medico ecc). Il mediatore aiuta nella compilazione di documenti, pratiche, iscrizioni, richieste e in caso di colloqui, facendo da interprete tra le parti, traducendo documenti legali e, molto spesso, svolgendo anche il ruolo di insegnante di italiano a stranieri; questo perché conosce le differenze tra i due sistemi linguistici poiché le ha vissute in prima persona.
Il mediatore linguistico-culturale non è solo un interprete che traduce da una lingua ad un’altra, ma esercita una funzione di orientamento culturale nei confronti degli immigrati, per favorire la loro completa integrazione. Può essere straniero egli stesso oppure un italiano, profondo e attento conoscitore delle realtà degli stranieri con cui viene in contatto. In questo modo si instaura un dialogo più profondo e diretto, che permette di stabilire anche un rapporto di fiducia.
Intervenendo nelle scuole, il mediatore linguistico-culturale cerca di far inserire i bambini immigrati nel gruppo classe e di farli relazionare con gli insegnanti e, spesso, risolvendo problemi comunicativi e relazionali dovuti alla non conoscenza della cultura altra. Si organizzano quindi, con il supporto degli insegnanti, incontri e lezioni collettive sulla cultura del paese di provenienza dell’alunno. Solitamente gli alunni italiano sono molto interessati e tempestano il nuovo arrivato e il mediatore di domande riguardanti cose viste o sentite, abitudini, cibo, … Così si creano i primi rapporti nella classe. L’alunno si sente pian piano accettato e soprattutto utile all’interno del gruppo classe, mentre gli altri prendono consapevolezza delle difficoltà che il nuovo alunno si trova di fronte e scoprono quale arricchimento può portare alla loro conoscenza e curiosità. Colpisce nel profondo la curiosità di questi bambini, aperti a comprendere un’altra cultura, desiderosi di imparare qualche parola per poter interagire con l’altro e speranzosi di carpire qualsiasi nuova informazione!
La figura del mediatore linguistico-culturale è essenziale nel settore giudiziario (uffici per l’immigrazione nelle prefetture, tribunali), nelle strutture assistenziali pubbliche e private (ASL, ospedali, cliniche, case di riposo), nella scuola, nella pubblica amministrazione, nel settore della pubblica sicurezza (carceri) e, in certi casi, anche nelle aziende private.
La definizione di mediatore linguistico-culturale, o interculturale, ripresa ancora da Demetrio, può allora così riassumersi: “per mediatore interculturale intendiamo l’insegnante che, con consapevolezza, si interroga e si attrezza per favorire non tanto la transizione da una cultura all’altra quanto la sintesi – dove è possibile – tra culture, allo scopo di creare momenti pedagogici capaci di andare oltre le reciproche differenze“.