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Biscotti della fortuna…cinesi o no?

A chi non è capitato almeno una volta di finire un pasto al ristorante cinese con i famosi biscotti della fortuna?

Beh, devo svelarvi un segreto: i biscotti della fortuna non sono di origine cinese!

Io l’ho scoperto leggendo “Il circolo della fortuna e della felicità” di Amy Tan. Il romanzo, ambientato nella Chinatown di San Francisco, vede una delle sue protagoniste alle prese con la lavorazione di questi stani biscotti in cui deve inserire biglietti con su scritte frasi che non comprende. Il lavoro deve essere svolto con una certa sveltezza e competenza: togliere i biscotti troppo presto dalla piastra equivale a bruciarsi le dita, se tolti troppo tardi invece potrebbero indurirsi troppo e non sarebbe più possibile dare loro la tipica forma a conchiglia. Tutt’oggi nella Chinatown di San Francisco è possibile visitare una fabbrica di biscotti della fortuna, magari è la stessa descritta da Amy Tan!

In realtà l’origine dei biscotti della fortuna è da attribuirsi al Giappone, anche se sono stati i cinese in America a renderli famosi in tutto il mondo! Pare che i primi immigrati giapponesi in America abbiano messo su i propri piccoli business di biscotti della fortuna ma, a causa della fine della seconda guerra mondiale, molti giapponesi vennero mandati in campi di internamento. Il business passò quindi nelle mani dei cinesi, che fecero conoscere questi dolcetti in tutto il mondo.

Oggi pare si producano 3 miliardi di biscotti della fortuna all’anno ma, attenzione! Non cercateli in Cina!

Chiara Buchetti

Chiara Buchetti insegna Lingua e Cultura Cinese nella scuola secondaria, è autrice di "Cina da scoprire" (edito da ELI nel 2018) ed ha fatto parte della commissione per la compilazione del Sillabo ministeriale per l'insegnamento della lingua Cinese.

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