Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Silvia Calamandrei nel 2014 in occasione dell’inaugurazione del Chinese Corner alla biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano, di cui è presidentessa.
Ho pian piano scoperto, anche grazie ad un’amicizia in comune, la sua mirabolante storia, fatta di andate e ritorni (come esplicita lei stessa nel titolo del suo ultimo libro) tra Italia e Cina.
Sono riuscita, nel 2017, ad organizzare un incontro con gli studenti di cinese dell’indirizzo RIM dell’IIS Vespucci-Colombo di Livorno, dove all’epoca lavoravo. In quell’occasione Silvia Calamandrei, raccontò ai ragazzi i suoi primi anni a Pechino al seguito dei genitori Franco Calmandrei e Maria Teresa Regard, giornalisti inviati all’estero per testate italiane. In quella occasione, sia io sia gli studenti siamo rimasti ammaliati dai suoi racconti, dalle sue testimonianze di vita in un periodo storico (gli anno ’50) che, per quanto spiegato e studiato in classe o letto sui libri, restava in qualche modo lontano dalla loro immaginazione. (L’incontro ha colpito talmente tanto gli studenti che alcuni hanno dedicato a Silvia la propria tesina di maturità.)
Lì Silvia Calamandrei, nome cinese Jia Yihua, ci raccontò di quanto, frequentando la scuola elementare in Cina, desiderasse entrare tra i Pionieri, oppure di quando, insieme alla sua classe, avesse partecipato alla campagna contro i 4 flagelli e ancora di come, in pieno spirito rivoluzionario, avessero mosso critiche nei confronti dell’insegnante di scienze quando questa, parlando di Darwin, spiegò che l’antenato dell’uomo è la scimmia (“ma anche il Presidente Mao?”). La prima parte del libro riprende proprio le sue corrispondenze con il nonno e con il padre, i suoi diari che venivano corretti dal punto di vista ortografico e grammaticale per aiutarla a prepararsi all’esame di quarta elementare, che avrebbe svolto in Italia, a Firenze, dove rientrò lasciando la scuola cinese, le amicizie e … la lingua. Sì, perché per lungo tempo Silvia non ha più voluto parlare in cinese. Forse per via dello shock culturale, forse per una sorta di ribellione a chi rimarcava continuamente questa sua peculiarità chiedendole di parlare in cinese, forse per non sentirsi “diversa” (nel libro ricorre spesso la sua riflessione sul volersi “uniformare” agli altri, quasi un farsi accettare, partendo dall’abbigliamento ad esempio).
Divertenti sono i racconti delle sue avventure da bambina multilingue (parlava già italiano, cinese e inglese, vi aggiungerà poi per lavoro altre lingue tra cui francese e olandese) nell’hotel in cui soggiornava con i suoi genitori, interessanti i racconti della vita scolastica e del periodo storico.
Il legame della famiglia Calamandrei con la Cina risale al 1955, quando il nonno di Silvia, Piero Calmandrei (tra i padri della Costituzione Italiana) presiedette la prima delegazione culturale italiana in Cina, legame continuato poi dai genitori, inviati per la stampa italiana, e continuato da Silvia stessa con i suoi studi in lingua cinese che la riportarono negli anni ’60 in Cina come studentessa. Nonostante Silvia Calamandrei sia poi andata a lavorare a Bruxelles, ha continuato a coltivare il suo amore per la Cina tramite amicizie e traduzioni letterarie.
Tutto ciò è dettagliatamente riportato nel suo memoir, peraltro ricco di fotografie, Attraverso lo specchio. Cina andate ritorni (Edizioni di Storia e Letteratura).
Inattesi ma estremamente interessanti anche i parallelismi tra la storia italiana e quella cinese, focalizzati soprattutto sugli anni ’60, ricchi di dettagli, di racconti personali e nazionali ben noti, di personaggi e di riflessioni.
Leggendo Attraverso lo specchio. Cina andate e ritorni ho immediatamente ripescato dalla memoria le emozioni suscitatemi dalla lettura di Cuore di seta di Shi Yang Shi, anche lui diviso tra due culture.
E…notizia fresca fresca, l’8 Aprile alle ore 16:00 saranno entrambi presenti al Teatro Poliziano a Montepulciano per la presentazione del libro di Silvia Calamandrei assieme a Renata Pisu, Tommaso Montanari e Anna Di Toro. Il giorno prima (giovedì 7 aprile alle 21.15) e il giorno stesso alle ore 10:30 (riservato agli studenti di scuole e università) andrà in scena sempre al Teatro Poliziano lo spettacolo di Shi Yang Shi Arlechino traduttore-traditore di due padroni.
Se non lo avete ancora fatto, è l’occasione giusta per tornare a teatro!
Buona lettura e buona visione!