“Lu Xun fu un pioniere della rivoluzione culturale cinese. Egli non fu solo un grande letterato, ma anche un grande pensatore e un grande rivoluzionario”.
Mao Zedong
鲁迅 Lŭ Xùn (Shaoxing, 25 settembre 1881 – Shanghai, 19 ottobre 1936) è una figura di spicco nella storia della letteratura cinese.
È considerato il fondatore della lingua cinese moderna.
Attualmente visto come uno tra i più importanti scrittori del novecento, fu saggista, poeta, traduttore e critico letterario, professore universitario e figura di riferimento degli intellettuali di sinistra nel complicato periodo della storia cinese che va dal 1911 fino alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
Ha pubblicato due raccolte di racconti: Nahan 呐喊 – Alle armi e Panghuang 彷徨 – Errare incerto.
Nella prima, Nahan 呐喊, sono contenuti i racconti: Kuangren Riji 狂人日记 – “Diario di un pazzo” del 1918 (manifesto del Baihua 白话), Kong Yiji 孔乙己 del 1919 e A Q zhengzhuan 阿Q正传 – “La vera storia di Ah Q” del 1921 (ironico e impietoso ritratto di un sottoproletario cinese rassegnato all’oppressione della società in cui vive).
Altre opere significative sono la raccolta di componimenti poetici in prosa Yecao 野草 – “Erbe selvatiche” del 1927, Zhaohua xishi 朝花夕拾 – “Fiori del mattino raccolti la sera”, una raccolta di aneddoti e reminiscenze, e infine Gushi xinbian 故事新编 – “Vecchie leggende rielaborate” del 1935, una raccolta di vecchi miti e leggende cinesi rivisitati in chiave satirica (edito in Italia da ObarraO edizioni con il titolo “Fuga sulla luna“).
狂人日记 Kuángrén Rìjì – “Diario di un pazzo” del 1918 è famoso per essere il manifesto del baihua 白话, ossia la “lingua volgare”. È un testo rivoluzionario non solo per la lingua utilizzata ma anche per la struttura e per i contenuti, tutti fortemente in contrasto con la tradizione cinese.
Lu Xun riproduce per la prima volta nella letteratura cinese la struttura del romanzo moderno occidentale, richiami sono palesi anche nella scelta del titolo, che ricorda un romanzo russo antecedente (Le memorie di un pazzo di Gogol). Diario di un pazzo è stato il primo racconto ad essere scritto interamente in lingua vernacolare, il baihua 白话, in netto contrasto con la lingua classica, wenyan 文言, utilizzata fino a quel momento. Secondo Lu Xun infatti la letteratura era uno strumento per liberare la Cina dalla cultura opprimente e dalle tradizioni soffocanti. Per ottenere ciò sia la lingua utilizzata nei testi sia le storie narrate dovevano essere il più realistiche possibile. Questo breve racconto, scritto sotto forma di diario e introdotto tramite l’espediente narrativo di essere reso pubblico da un parente del “pazzo” così che possa essere di aiuto per ricerche mediche, è in realtà un’aspra critica alla società cinese contemporanea di Lu Xun. Il pazzo che ha scritto il diario è afflitto da manie di persecuzione: crede che tutti quelli che lo circondano vogliano mangiarlo. Il diario è quindi una metafora della opprimente società contemporanea a Lu Xun, una società basata sulla cultura confuciana tradizionale incentrata su gerarchie e privilegi che opprimerebbero l’individuo fino quasi a fagocitarlo; da qui prendono vita le fobie di persecuzione e cannibalismo del protagonista.
Sull’importanza culturale di Lu Xun in Cina e approfondimenti sulle opere vi rimando a questo interessante articolo (clicca qui).