I progenitori degli attuali caratteri sono stati rinvenuti su cocci di argilla rossa nel villaggio di Banpo, nei pressi di Xi’an. Vi compaiono due tipi di segni: i più semplici sono probabilmente numerali, i più complessi forse nomi di clan o tribù. Questi segni anticipano di qualche secolo i pittogrammi che richiedono una tecnica e una manualità più sviluppata. L’evoluzione dei caratteri cinesi può essere divisa in quattro grandi fasi:
1. Periodo primitivo, dall’ 8000 al 3000 a.C. L’uomo usa segni convenzionali che funzionano da elementi mnemonici (nodi su corde), poi disegni che riproducono la realtà che lo circonda: i pittogrammi.
2. Periodo arcaico, dal 3000 al 1600 circa a.C. Dal pittogramma si passa agli ideogrammi, dai simboli diretti ai simboli indiretti, colmando il vuoto che i primi lasciavano di fronte ai concetti astratti.
3. Periodo storico, dal 1600 circa a.C. al 229 d.C. (caduta della dinastia degli Han orientali) diciotto secoli durante i quali la scrittura si definisce e completa la sua evoluzione: nascono i caratteri determinativi e fonetici, si sviluppano gli stili principali, si determinano forme e significati. I secoli successivi utilizzeranno quanto è stato inventato e codificato fino ad ora.
4. Periodo contemporaneo, iniziato nel 1949 con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, è particolarmente importante perché modifica la lingua per combattere l’analfabetismo seguendo tre direttive: la semplificazione dei caratteri difficili ma di uso comune; l’unificazione nazionale della pronuncia con il Putonghua (lingua comune); la trascrizione fonetica dei caratteri secondo il sistema di traslitterazione denominato che uniforma le precedenti differenze di traslitterazione.
In articoli successivi ci occuperemo più nel dettaglio della classificazione dei caratteri radicali e della morfologia della lingua cinese.